Sénégal: Dakar - 13/08/2010 - Di Ramadan, di solidarietà, di generosità, di privazioni, di sporcizia e di probabilità

C'è stato un periodo che non avevo proprio tanto appetito. Per cui saltavo i pranzi. Un via vai di colleghi si materializzava ogni giorno per dirmi "c'est pas bon, il faut manger" (non va bene, bisogna mangiare). E tutta una serie di teorie sul fatto che se non mangi ti ammali, che se non mangi non arrivi a fine giornata, che se non mangi l'umore cambia, che se non mangi il corpo ne risente, che se non mangi non sei felice, che se non mangi dimagrisci e magro non è bello.

E io dicevo che quel periodo sarebbe passato, che a volte fa bene al corpo un po' di digiuno, e che comunque a sera mangiavo parecchio, dunque se saltavo il pranzo, non era poi così grave, non è che avessi smesso di mangiare completamente. Non mi veniva appetito in ufficio. Tutto qui. Allora rispondevo che era un po' come quando qui fanno il Ramadan, e se potevano farlo loro per un mese, potevo farlo io per qualche giorno.

Risposta: No, tu non puoi, perché là-bas non siete abituati a non mangiare.

Già questa risposta è sintomo dell'immagine sbagliata che hanno qui di come si vive in Italia. Io in Italia mangiavo meno che qui. Avendo due lavori, passavo la pausa pranzo camminando da una sede di lavoro all'altra. Dunque saltavo il pranzo praticamente ogni giorno. A volte lo saltavo per non spendere soldi per comprare. Mi dicevo che potevo arrivare fino a cena senza mangiare, tranquillamente. E anche li, tutti mi dicevano che non mangiare non fa bene. E' vero, chi non mangia alla lunga muore. Ma io mattina e sera mangiavo.
Dunque, anche qui a Dakar era inconcepibile che io saltassi il pranzo. Due continenti che si incontrano sull'alimentazione. Non è male. E poi ci vengono a dire che siamo diversi.

In base a ciò che mi si diceva nei miei giorni di innapetenza, la mia domanda spontanea è, perché se si digiuna nel mese del Ramadan non ti ammali, arrivi a fine giornata, l'umore non cambia, il corpo non ne risente e sei felice? E se digiuni in altri momenti, tutte le maledizioni sono su di te?

Contraddizioni. Una dietro l'altra. La coerenza non esiste. Tutto diventa il contrario di tutto da un giorno all'altro, da un minuto all'altro.

C'è una cosa di cui ho sentito parlare e per la quale non ho ben approfondito perché non so come cercare sul web. Durante il mese del Ramadan, c'è la possibilità di non digiunare. A parte per chi è malato, per le donne incinte, o per le donne che hanno le mestruazioni, c'è una quarta possibilità. Non digiuni ma doni agli altri i mezzi con cui possono tagliare/rompere il digiuno.

Mi è stato detto che fare questo per tutto il mese del Ramadan, vale qualcosa come 10 mesi di Ramadan con digiuno.
Normalmente, secondo quanto detto dalla religione musulmana, dare l'elemosina o comunque dare agli altri, è sempre cosa buona, ma farlo durante il mese di Ramadan ha ancor più valore. Dunque chi digiuna, ha comunque il dovere di dare agli altri e in più digiuna. La clausola di cui sopra, di dare a qualcuno di che rompere il digiuno per tutto il mese di Ramadan, è davvero interessante.

Se vale come 10 mesi di Ramadan, perché non tutti fanno questo al posto di digiunare? Alcuni rispondono: "perché non tutti possono dare a qualcuno di che rompere il digiuno". Questo a Dakar non è possibile. O meglio, già in periodo normale, se entri in una casa all'ora di cena, è automatico che tu faccia parte degli invitati. Dunque ti verrà sempre dato da mangiare, anche da una famiglia che sembra non avere i mezzi per poterti dare. Per cui la risposta che non è possibile per tutti, non regge. Dove c'è da mangiare per uno, di solito ce n'è per due, e così via. Tutto si può sempre dividere e condividere.

E in ogni caso c'è un detto profetico che dice: "La carità è un obbligo per ogni musulmano, e colui che non ne avesse i mezzi faccia una buona azione o eviti di commetterne una sbagliata. Questa sarà la sua carità".
Il mese di Ramadan è un mese benedetto. E' un mese in cui ogni musulmano deve impegnarsi a allontanare le cose maligne, le cose cattive, e tutto quel che può nuocere a sé stesso o agli altri. Il digiuno è simbolo della rinuncia a tutto ciò che c'è di materiale, per avvicinarsi il più possibile a Dio. E' questo che credo d'aver capito.

Il digiuno non è solo rinuncia al cibo. E' rinuncia all'acqua, alle sigarette, alle cose "sporche", a tutto ciò che può distrarre l'attenzione dalla preghiera e dalla spiritualità. Colui che digiuna entra in una sorta di comunione con i poveri della terra. Senza bere, senza mangiare, è incoraggiato a dare, a condividere ed a partecipare alla vita comunitaria. La privazione del corpo è la rivivificazione dell'energia spirituale. Il digiunante sarà molto più sollecito di chiunque altro nel provare solidarietà per i suoi simili e rispondere alle loro necessità.

Si digiuna fin verso le 20.00 di sera. Dopodiché tutta la "sporcizia" a cui hai rinunciato durante il giorno, è riammessa nella tua vita fino al mattino seguente. Sigarette, cibo a volontà fino a scoppiare, materialità a non finire, e abusi e abbondanza.
Il Ramadan che io vedo, (probabile che non ci sia solo quel che vedo io), dunque direi che è un fenomeno diurno, che va dall'alba al tramonto. Un fenomeno durante il quale si prega, si dorme, ci si stanca del nulla, perché a non mangiare e non bere ci si stanca davvero. Il corpo si affatica, si hanno le vertigini, non ci si regge in piedi e compagnia bella. Tutto questo per essere vicini a Dio durante il giorno.

Per come l'immaginavo io, pensavo che tutto il mese avesse le stesse pretese di purezza, tutto il mese, giorno e notte inclusi. Ma alle 20 circa ci si abbuffa, e più tardi si cena anche. Le due cose, per i fumatori, intervallate da tutte le sigarette che non si sono fumate durante il giorno, da tutti gli ataya (té senegalese) zuccherati che non si sono bevuti in giornata e fino alle 3 del mattino non si dorme perché sennò non si dorme durante il giorno.
Dunque, altra deduzione, il mese di Ramadan, per alcuni è un mese di benedetto riposo.

Digiuno alimentare a parte, mi chiedo, e se si cercasse SEMPRE di essere migliori agli occhi di sto Dio, e se ogni giorno si evitassero la menzogna, l'ipocrisia, l'avarizia, la cattiveria, le sigarette, l'alcool, e compagnia bella, non sarebbe più semplice affrontare il mese di Ramadan? Perché tutti i musulmani che conosco (e sottolineo CHE CONOSCO) si dicono felici di fare il ramadan, ma mostrano palesemente che fanno veramente fatica durante questo mese? Se è il digiuno, che è simbolo delle rinuncie di cui ho scritto sopra, a affaticarli o a essere insopportabile al punto di non farcela, c'è la famosa clausola del donare al prossimo di che mangiare, che permette di non digiunare.

Il ramadan non è solo non mangiare e non bere per tutto il giorno. Il Ramadan dovrebbe portare la gente a essere più pulita dentro. E' l'anima che necessita pulizia. Mi chiedo perché tanti cerchino di essere puliti dentro solo nel mese di Ramadan. Tutto sarebbe più semplice se facessero gli stessi sforzi durante il resto dell'anno. Quando hai l'abitudine a essere pulito, nel momento in cui arriva l'occasione in cui è obbligatorio esserlo, non avrai grandi difficoltà e non dovrai fare nessuno sforzo. Ti sarà naturale esserlo. Li vedo tutti durante l'anno quelli che non rispettano il prossimo, che fingono di esserti amico, che fingono e che sono ipocriti verso se stessi e dunque verso Dio. Oppure più sei sporco durante l'anno, più valore hanno i tuoi tentativi/sforzi e rinunce per purificarti durante il mese di Ramadan? Dunque viva la sporcizia pre e post Ramadan?

Altra deduzione, il Ramadan è purtroppo anche un mese dove tanti sono ipocriti.

Alcuni cercano di approfittare del Ramadan per cercare di smettere di fumare. Dunque se ne deduce anche che "smettere di fumare diventa possibile". Ma negli altri periodi dell'anno un fumatore di dice che smettere è impossibile, che tu non puoi capire e che non lo capirai mai.

Se durante l'anno non hai avuto un contratto di lavoro, è probabile che l'avrai durante il mese di Ramadan, perché normalmente è in questo mese che ti firmano i contratti. Non scherzo, ho sentito dire anche questo. E io sono la prova vivente che è vero. Io ho avuto risposta affermativa per il mio lavoro nel mese del Ramadan dell'anno scorso. Ora, che questo dipendesse dal Ramadan o no, fatto sta che sempre del mese di Ramadan si trattava. Probabilmente le preghiere per me si sono rivelate davvero infinite e Dio le ascolta di più in questo mese.

I lottatori ricevono i contratti per i loro prossimi combattimenti in questo mese, con la benedizione di tutti.

Se ti sposi nel mese di Ramadan, il tuo matrimonio sarà un matrimonio felice, perché sarà più benedetto degli altri matrimoni fatti nel resto dell'anno. Che significa questo, devo ancora capirlo. Ci sono formule magiche che rendono felici alcuni matrimoni più di altri? Oppure Dio è più vicino alla terra nel periodo del Ramadan? Un po' come il movimento della terra intorno al sole. Forse nel resto dell'anno, la misericordia del Supremo è rivolta a qualche altro angolo dell'universo, ma attenzione, con sempre uno sguardo da queste parti!

A me questo benedetto mese piace, anche se è pieno di contraddizioni. Mi piace perché davvero la gente vi ripone infinte speranze e cerca di fare cose che normalmente non farebbe. Mi piace il momento della rottura del digiuno, dove stiamo tutti insieme e dividiamo quello che ognuno ha portato per fare "merenda". Mi piace questo "partager" che si moltiplica in ogni casa. Mi piace perché è un mese dove tutto potrebbe diventare possibile, perché chi normalmente non prega con regolarità, è costretto a farlo perché le probabilità che le sue preghiere vengano esaudite, aumentano in maniera esponenziale.

Altra deduzione, il mese del Ramadan, è un mese in cui ci sono più probabilità che i tuoi desideri e le tue preghiere si realizzino. Incha Allah.

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